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Viaggiare e far viaggiare in sicurezza non è sempre cosa facile

Diciamolo subito: quanti di noi, non hanno avuto a che fare con i più piccoli dei nostri figli perché viaggiassero allacciati nei seggiolini?
Quante volte abbiamo dovuto combattere o mediare con i nonni compassionevoli che ti dicevano “lo tengo io in braccio” oppure, “tanto è solo per poco e comunque dietro ci sono io. Dubiti di me”?

E con i più grandi ? Quante volte ci siamo seduti ed abbiamo fatto l’appello di verifica con un “sei allacciato” o “tutti allacciati” ? Quante volte abbiamo fatto il contrappello perché loro, i nostri figli, stanchi di sentirci, sono volati con le orecchie e la mente altrove quando non concentrati con il cellulare o il gioco portatile?

Bene, per quanti non hanno vissuto questo brivido, sappiano di essere già a buon punto. Per tutti gli altri, ben venuti nel club degli inascoltati!

Allora un po’ di terrorismo non fa male. Iniziamo col dire che, il Codice della Strada art. 172 snocciola una serie di articoli dedicati proprio al trasporto dei bimbi in auto.

Ragioniamo per età e sistema di sicurezza da adottarsi. L’art.5 è illuminante: I bambini non possono essere trasportati utilizzando un seggiolino di sicurezza rivolto all’indietro su un sedile passeggeri protetto da airbag frontale, a meno che l’airbag medesimo non sia stato disattivato, anche in maniera automatica adeguata.

Chi è mamma sa bene quanto tenere sotto controllo i cuccioli più piccoli, spesso quelli “da navicella o ovetto” sia importante..

Problema n. 1: navicella

È ingombrante ma essenziale sino ai primi tre mesi. Più comoda per andare a passeggio a piedi, perché il nostro cucciolo può dormire-sognare-giocare ma, per chi deve trasportarla è oggettivamente ingombrante. Legarla in auto, non sempre è cosa veloce e pratica. Ci vuole un ingegnere spaziale per capire le istruzioni.
Quasi mai la leghiamo in modo corretto nel sedile posteriore. Ancor peggio, spesso si lega al sedile approssimando sicurezza  con le cinture per adulti. Il bambino? Se dorme, ci preoccupiamo che non si svegli e pretenda attenzioni e cure. Meglio che dorma!
Lo leghiamo ai laccetti del trasportino o non lo leghiamo e chiudiamo la custodia parapioggia. Risultato? Alla prima frenata, abbiamo trasformato la navicella in un dispositivo perfetto per l’espulsione nell’abitacolo del nostro pargolo!

Problema n. 2: ovetto

L’ovetto è più comodo della navicella. Lo trasporti ovunque. Lo allacci facilmente. Lo sistemi davanti accanto mentre guidi. Lo posizioni nel sedile posteriore. Se il bimbo è accanto a te, mentre guidi, lo guardi nel viso. Puoi parlare con il suo sorriso e verificare che tutto vada come deve. Se invece sta dietro, gli parli ma è un po’ più isolato. Entrambe le postazioni sono atte all’uso ed ammesse dal Codice della strada.
Tuttavia ci sfugge un particolare: se anche tutto è legato a puntino ed in sicurezza, ci siamo ricordati di disattivare l’airbag ? siamo sicuri di posizionarlo nel modo più corretto ? Siamo sicuri di aver allacciato l’ovetto correttamente anche per un tratto di strada brevissimo ?

Sì perché in caso di frenata, l’esito potrebbe essere disastroso.
L’ovetto potrebbe elevare la spinta violenta in avanti, proprio grazie all’airbag. Meglio sarebbe dunque, posizionare i bimbi nel sedile posteriore e nel senso contrario all’orientamento di marcia. I colpi sarebbero attutiti.

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La cronaca ci aiuta a riflettere.
Se lo scontro è frontale le casistiche di danni possibili aumentano: la penetrazione di corpi estranei nell’abitacolo o la rottura del cristallo anteriore significa anche l’immissione di vetro nell’abitacolo con tutte le conseguenze che preferiamo non immaginare.
Tuttavia, meglio sapere.

I figli crescono e, in ragione del peso, cambiano anche i dispositivi di sicurezza. Ragioniamo non per unità di misura (chili o metri/centimetri) ma per annualità. Con la scuola materna, tenendo conto di una crescita media sia in lunghezza che gravità, l’ovetto si trasforma in una poltroncina imbottita. Testa e spalle sono protette. Le gambe si allungano. Iniziano i capricci. Allacciare i giubbotti con le cinture dei seggiolini non è sempre facile. Siamo di corsa e la pazienza non è mai dalla nostra parte per schiacciare il bottone giusto: quello che da sollievo alla spalle del bimbo, ci aiuta a tenerlo seduto composto senza denudarlo ogni entra ed esci dall’auto.
Siamo certi: ogni dispositivo ha un modo per allungare le cinture a spallina. Si tratta solo di trovarlo.

Suggerimento: in fase d’acquisto, fatevi spiegare bene come allacciare e slacciare le spalline, come allungarle.
Se riusciamo, scegliamo poi tessuti che siano facili da pulire: briciole e una pipì fuori orario va messa in conto. Che dire poi degli esiti nefandi di un mal d’auto? Visto che siamo in tema di cose da ricordare, non dimentichiamo di osservare con attenzione come si smonta e soprattutto si rimonta il seggiolino. Non c’è un solo autolavaggio che, smontato la poltroncina del tuo bimbo per pulire il cimitero di briciole incrostate, te la rimonti. Il 95%, stando generosi al ribasso, ti molla il seggiolino sul sedile. Della serie: rimontatelo dove e come vuoi!

Problema n. 3: le poltroncine

Arrivano le scuole primarie. I passaggi di poltrona potrebbero essere due o tre. Dipende dal modello e dalla mole del bimbo che cresce!

Teniamo conto però che il codice prevede che I bambini di statura non superiore a 1,50 m, quando viaggiano negli autoveicoli per il trasporto di persone in servizio pubblico di piazza o negli autoveicoli adibiti al noleggio con conducente, possono non essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, a condizione che non occupino un sedile anteriore e siano accompagnati da almeno un passeggero di età non inferiore ad anni sedici.

Problema n. 4 : le poltroncine

Superato le misure massime, diciamo dalla quarta/quinta elementare, dobbiamo iniziare a pensare ai cosiddetti “rialzi” con o senza schienale. Va da se che quelli con lo schienale tutelano maggiormente il nostro fanciullo che cresce e, in caso di urto frontale o laterale, i poggiatesta ergonomici attutiscono meglio gli urti di una posizione del busto e del cranio libera. Tanto è che la normativa in vigore da gennaio 2017 prevede proprio l’uso di sole poltroncine con schienale per bimbi sino ai 150cm.
Ma, con l’avanzare dell’età, cresce la consapevolezza di essere “più grandi”. In quinta elementare ed alle medie, non vogliono più il rialzo. Esibiscono un essere grandi che proporzionale alla voglia di indipendenza ma anche alla stanchezza! Mediare sulle bizze non è roba facile specie quando la norma non è collettivamente rispettata.

È la fase in cui il genitore deve fare l’appello in auto. Sei allacciato? Allacciati. Stiamo partendo:chi è allo stato brado in auto? Anche in questo caso, il suggerimento migliore è quello di non abbassare il livello di sorveglianza e pretendere posizioni corrette e sicure anche quando, oramai superata l’altezza media di mamme è nonna, si va solo a scuola.

Dal gennaio 2017 poi, la normativa in materia di sicurezza è cambiata e si è ulteriormente irrigidita a maggior tutela dei minori. Il legislatore ha rafforzato le norme e la qualità delle certificazioni di omologazione necessarie per i dispositivi di seduta sicura.

Fra le novità 2017, è da annoverare la non obbligatorietà dei sistema ISOFIX e la certifica vetustà dei codici di omologazione ECE R44/01 e la ECE R44/02 e R129-02/ I-Size. In altre parole, dobbiamo stare un po’ attenti ai recicli e scambi d’attrezzatura per l’infanzia. Pur semi-nuovi nelle strutture, potrebbero non essere altrettanto sicuri. Ed allora? Scegliamo la sicurezza.

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