Estate di Conquistadores con specchietti

Ed anche quest’anno la fatidica data di Ferragosto è arrivata. La città si svuota. Tutti o quasi, ci concediamo qualche giorno in famiglia. I più fortunati partono. Noi sardi siamo fortunati, possiamo anche non partire e la consolazione di vivere in un’isola meravigliosa di fa dimenticare quanto spendiamo per spostarci.

Per noi carrozzieri è stato un anno particolarmente difficile.

Tutto sta cambiando. Si respira alle volte, un’aria pesante. Sembra quasi che si faccia una gara di primati che poco c’entrano con la bontà del nostro lavoro artigiano. Poteri della politica e dei politicanti!

Per noi artigiani indipendenti, per noi che abbiamo deciso di non farci sedurre dalle lascive convenzioni con le assicurazioni, è anche peggio. Nulla da rimpiangere però. Lo sapevamo. Ogni giorno abbiamo la conferma di aver fatto la scelta giusta ma, ogni giorno va vissuto.

Così, in quest’estate afosa segnata da incidenti molti, troppi mortali, la consapevolezza che forse si stia perdendo il vero significato del nostro lavoro, pare ancora più evidente.

L’equilibrio che alimenta il Vero mestiere

Si, perché in barba a tutto il business dell’autoriparazione ed ai giochi di prestigio per determinare chi è più potente e chi lo è meno fra le rappresentanze sindacali, più o meno genuflesse davanti all’altare di ANIA, troviamo immolata la vera ragione per cui dovremmo lavorare: la sicurezza delle persone che viaggiano.

Mentre c’è chi discute su chi sia titolato a definire quali debba essere le linee guida per riparazioni a regola d’arte, chi fa accordi per definire norme già sancite spacciandole per inediti colpi di genio, la cronaca degli ultimi due mesi, pullula di una carrellata di incidenti che troppo spesso sono registrati mortali.

Un attimo di disattenzione, la guida troppo veloce o con il cellulare, un colpo di sonno o poca dimestichezza della strada ed ecco l’incidente.

Chi ripara, se si possono riparare, quelle auto? Siamo noi carrozzieri.

Con quali criteri oggettivi potremo dire di aver riparato “a regola d’arte” se non esiste un prontuario cui attenersi? Come possiamo dire che il nostro intervento è il più efficace sul mercato, se la nostra sala operatoria ed il percorso riabilitativo sono desueti se non proprio vecchi?

Con quale scrupolo restituiremo delle auto non matematicamente sicure ai nostri clienti? Quelli stessi che hanno riposto in noi la loro fiducia?

Mettendo a fuoco il problema..

Questo è il vero problema. Questa è la ragione per cui le associazioni che rappresentano le vittime delle strade non hanno firmato l’accordo commerciale privato ed abusivo. Questa la ragione per cui nessun aderente a Federcarrozzieri potrà mai tornare indietro ed essere rappresentato da chi scambia un tavolo tecnico per un tavolo politico in cui fare campagna tesseramento.

La rete, i social, l’informazione libera ci aiutano per fortuna, a fare chiarezza e riconoscere o smascherare, i conquistadores con gli specchietti.

Buon agosto a tutti dunque, nell’auspicio che un po’ di ferie possano giovare a chi ha perso l’equilibrio, per ritrovar la rotta maestra. Per ritornare o andare per la prima volta in carrozzeria e consegnare le chiavi in mano ad un cliente, certi di avergli reso un servizio. Di potergli stringere la mano onestamente, da vero artigiano.